Terra e Libertà


  • Titolo Originale - Land And Freedom
  • Genere - Drammatico
  • Anno - 1995
  • Durata - 104
  • Co-Produzione
    Parallak Pictures (Gb)
    Messidor Film (Spagna)
    Road Movies Dritte Prod. (Germania)
  • Distribuzione - Columbia Tristar Film Italia
  • Origine - Gb
  • Regia - Ken Loach
  • Attori
    Ian Hart (David Carr)
    Rosana Pastor (Blanca)
    Iciar Bollain (Maite)
    Tom Gilroy (Lawrence)
    Frederic Pierrot (Bernard)
    Marc Martinez
    Andreas Aladren
    Raffaele Cantone
    Sergi Calleja
    Pascal Demolon
    Paul Laverty
    Eoin Mac Carthy
    Jurgen Muller
    Emili Samper
  • Soggetto - Jim Allen
  • Sceneggiatura - Jim Allen
  • Fotografia - Barry Ackroyd
  • Musiche - George Fenton
  • Montaggio - Jonathan Morris
  • Trama
    Nel 1936 un giovane inglese, David Carr, operaio disoccupato, iscritto al partito comunista, s'imbarca per la Spagna e si arruola, per combattere i Franchisti, nel P.O.U.M. Di questo movimento fanno parte stranieri di alcuni Paesi d'Europa, ideologicamente marxisti, a sostegno del legittimo Governo repubblicano di Madrid, dalla cui parte è in azione anche il partito comunista spagnolo. In Aragona, davanti alle trincee del generale Franco, David entra nella compagnia comandata da Lawrence, dove fa amicizia con Bernard (francese), con un italiano antifascista e con un irlandese, amante di Blanca (l'ideologa del gruppo e ardente "passionaria", insieme ad un altra giovane, Maite). La vita dei combattenti in montagna  dura: frequenti gli attacchi e gli uomini si accorgono presto che a loro mancano armi e munizioni, di cui invece abbondano i compagni stalinisti. Un villaggio già in mano ai Franchisti viene occupato: il parroco locale, accusato dalla gente di delazione contro cinque anarchici che sono stati fucilati, viene fucilato a sua volta, e l'irlandese rimane ucciso nella mischia. Poco dopo Blanca si lega a David, mentre i volontari partecipano ad accese discussioni dei borghigiani in materia di collettivizzazione delle terre. Nascono dissapori tra le varie forze della sinistra da quando il Governo ha decretato che le fazioni spariscono assorbite e inquadrate nelle forze regolari. Frattanto, ferito al volto e al petto mentre insegna a giovanissime reclute a manovrare il fucile, David viene inviato in ospedale a Barcellona. Raggiunto qui da Blanca, dopo una sola notte di amore la donna si rivolta contro l'inglese che le appare incerto nelle sue scelte ( passato nelle Brigate internazionali) e torna subito a combattere nel reparto di Lawrence. Poi David la raggiunge in montagna: la compagnia si batte ancora eroicamente contro i falangisti, ma ecco che su tre camion arrivano miliziani, con un ordine del Governo: il P.O.U.M. è stato sciolto, con in più l'accusa di collusioni con il generale Franco. E' un falso ignobile, ma il manipolo di Lawrence è costretto a consegnare i suoi vecchi fucili. Blanca, colpita da un proiettile, muore e viene sepolta sotto quella terra che amava e che sognava di vedere ripartita fra tutti. Un pugno di quella terra riarsa e il fazzoletto rosso della donna vengono da David riportati in seguito in Patria.
  • Critica
    Loach, non si dimentica del cinema e oltre a disegnare con precisione i vari personaggi, a cominciare da quello prima solo impetuoso poi anche turbato del protagonista, tende a rievocare quegli anni e le vicende belliche che li hanno segnati con un rigore spesso quasi documentario, privilegiando, anche nei momenti pi tesi, l'asciuttezza e il sottotono, e affidando la dimostrazione polemica di quegli eventi non solo ai dialoghi e al contraddittorio ma anche, se non soprattutto, alle facce ed ai gesti: con la possibilità, nonostante il realismo duro della sua rievocazione, di arrivare quasi ad una sorta di intimismo, filtrato attraverso l'illustrazione sottile e perfino delicata di certe psicologie e di certe reazioni.
    Terra e libertˆ  il primo grande film di fiction non spagnolo a trattare la Guerra civile dopo Per chi suona la campana , diretto nel '43 da Sam Wood, con Gary Cooper e Ingrid Bergman. Loach non ha voluto comunque comporre un affresco-omaggio per i combattenti antifascisti di ieri; al contrario, con la pertinenza acuta che gli si riconosce e con un cinema pacato e commovente nella prima parte, poi nevrotico, aspro, drammatico e violento a tutto interiorizzato (la sequenza della pattuglia disarmata, il funerale), si  appropriato della sceneggiatura di Jim Allen per raccontare il conflitto tutto dall'interno e mostrare la lotta fratricida dei repubblicani, fra coloro che vogliono eliminare Franco e il fascismo e fare la rivoluzione, e coloro che vogliono soprattutto vincere la guerra. La Storia, dice Loach attraverso Terra e libertà, è una rivoluzione tradita. Potrebbe accadere ancora in Europa. Davanti al vecchio combattente che non ha mai abbassato la guardia, ed è morto in Inghilterra, la giovane nipote alza il suo pugno: l'eredità non è persa. Anche se resta utopia e sogno.
    (Il Resto del Carlino, Vittorio Spiga, 23/9/95)

    Terra e libertˆ  stato aspramente criticato da vecchi combattenti della guerra di Spagna quali Santiago Carillo, ex segretario del partito comunista spagnolo, con l'accusa d'avere mostrato i comunisti soltanto come repressori e assassini dei loro compagni: ma se è certo vero che i comunisti si batterono con eroismo in Spagna, è anche vero che agirono al peggio nel particolare conflitto che Loach ha scelto di raccontare. L'ha raccontato benissimo: si possono preferire le opere pi quotidiane, furenti e sardoniche del regista, ma il film che stilisticamente evoca il vasto respiro di John Ford e il realismo documentario dei grandi fotografi di guerra dei trenta,  bello ed emozionante, denso e serio, ottimamente scritto e interpretato. Ed è anche una narrazione esemplare degli esiti tragici a cui possono portare lacerazioni ed errori all'interno della sinistra.
    (La Stampa, Lietta Tornabuoni, 22/9/95)

    Terra e libertˆ  il film pi serio e impegnativo fatto finora su uno dei capitoli cruciali della storia moderna ed è attraversato dalle contraddizioni di oggi: orgoglio e dolore, dignità e rabbia, sconfitta e utopia. E con un finale dove Loach, uno dei pochi cineasti definibili "di sinistra" concede qualche parola di speranza alla nipote che getta la terra spagnola sul feretro dell'oscuro eroe. Fa uno strano effetto vedere tanti pugni alzati, sentire affermazioni fuori moda come "Il nostro giorno verrˆ". In tempi di rassicurante buonismo, e basta pensare alla piratesca indifferenza della giuria di Cannes che se ne  lavata le mani, ben venga un film che a qualche conservatore o criptoconservatore riesce a insinuare un brivido di paura.
    (Corriere della Sera, Tullio Kezich, 21/9/95)