Nel Bel Mezzo Di Un Gelido Inverno


  • Titolo Originale - In The Bleak Midwinter
  • Genere - Metaforico
  • Anno - 1995
  • Durata - 102
  • Produzione
    David Barron
    Midwinter Films
  • Distribuzione - Medusa Film
  • Origine - Gb
  • Regia - Kenneth Branagh
  • Attori
    Michael Maloney (Joe Harper)
    Joan Collins (Margaretta D'arcy)
    Ricahrd Briers (Henry Wakefield)
    Mark Hadfield (Vernon Spatch)
    Nick Farrell (Tom Newman)
    Gerard Horan (Carnforth Greville)
    John Sessions (Terry Du Bois)
    Julia Sawalha (Nina Raymond)
    Hetta Charnley (Molly Harper)
    Celia Irmie (Fadge)
  • Soggetto - Kenneth Branagh
  • Sceneggiatura - Kenneth Branagh
  • Fotografia - Roger Lanser
  • Musiche - Jimmy Yill
  • Scenografia - Tim Harvey
  • Montaggio - Neil Farrell
  • Trama
    Joe Harper, attore e regista,  disoccupato: decide, con l'aiuto della sua agente Margaretta D'Arcy, di allestire ad Hope nel natio borgo l'opera teatrale "Amleto". Raccoglie quindi uno sparuto gruppo di sei attori che devono ricoprire i 24 ruoli della tragedia, tutti disoccupati come lui: l'altezzoso Henry Wakefield e l'ambizioso ed ironico Vernon Spatch, per i ruoli senili; quindi l'aitante Tom Newman per le parti di Laerte e Fortebraccio; poi il grassoccio e cordiale Carnforth Greville per le parti di Rosenkranz, Guildestern, Orazio e Bernardo; Terry Du Bois, un gay sposato e separato con un figlio, per il ruolo della Regina, per mancanza di attrici anziane, e l'esuberante ed entusiasta Nina Raymond, al suo debutto, per quello di Ofelia. La compagnia si accampa nella chiesa del paese: Molly, la sorella di Joe, curerˆ le luci e la scenografia sarà di Fadge che, temendo uno scarso concorso di pubblico, decide di creare figure di spettatori in cartone per riempire i posti vuoti. Dopo qualche divergenza iniziale, soprattutto tra Henry e Terry, l'inesperienza di alcuni e la scarsa concentrazione degli altri provocano pi di un motivo di panico in Joe. Poi la compagnia si affiata e quando servono soldi, per pagare l'affitto della chiesa, Fadge vende addirittura il suo furgone e gli altri fanno una colletta. Alla vigilia della prima per˜ Margaretta arriva con un contratto di tre anni per un serial di fantascienza per Joe che, nonostante Nina lo supplichi di non abbandonare il teatro, sia convince ad accettare. La sera dello spettacolo per˜, con la produttrice del film americana in sala, Joe, che ha rifiutato il contratto per restare con la "sua" compagnia, recita con gli altri, sollevando la sorella Molly da una problematica sostituzione. Il successo  grande: la produttrice ingaggia Tom al posto di Joe, che invece troverˆ l'amore di Nina.
  • Critica
    Un film piacevole, divertente e intelligente, premiato con una Osella d'oro (per la regia e l'interpretazione) e nel quale si ritrovano - ma trattate con maggiore arguzia, con pi sottile humour, con accresciuta maturitˆ - le atmosfere de Gli amici di Peter, e che ricorda anche, per ritmo, brillantezza e serietˆ di intenti il woodyalleniano Pallottole su Broadway.
    (Maurizio Schiaretti, da: Rivista del Cinematografo)

    Nel bel mezzo di un gelido inverno  un film tutto sommato molto prevedibile, ma simpatico perchŽ trasuda di tutto quello sgangheratissimo affetto che i teatranti sfigati hanno per il loro ingrato lavoro. Branagh, che ha 35 anni ed  un attore di successo da 13, non appartiene a questa nobile schiatta, ma  pur sempre un animale da palcoscenico e padroneggia questa storia con grande trasporto, rubando bene quel che c' da rubare (tutta la sequenza dei provini, splendida,  presa di peso dai Commitments di Alan Parker) e affidandosi, per il resto, a un cast impagabile. A parte la citata Joan Collins, che dopo anni di Dinasty e di porno-soft si rivela all'improvviso capace di recitare (ammetterete che  una notizia), gli attori sono tutti sconosciuti in Italia, ma sono uno pi bravo dell'altro, a conferma di una scuola britannica che non ha eguali nel mondo. Il "capo"  Michael Maloney, Joe/Amleto, una bella faccia alla Ralph Fiennes che prima o poi incontreremo davvero dalle parti di Hollywood: ma anche gli altri sono da Oscar, e ci pare giusto citarli tutti un applauso collettivo.
    (L'Unitˆ, Alberto Crespi, 8/10/95)

    Sembra la recita d'un gruppo di goliardi se la compagnia non riflettesse un microcosmo di gente bastonata dalla sorte, in cerca d'ogni genere di scrittura e intenta, durante le prove tragicomiche, a enumerare le delusioni incontrate nella vita, nella famiglia, nel lavoro. Allora  una commedia seria, vi direte, ingannati da Kenneth Branagh e dagli interpreti intenti a mimare, fino al divertente lieto fine, le trovate pi spassose delle commedie sentimentali.
    (Il Giornale, Alfio Cantelli, 4/10/95)

    Quando il cinema fabbrica gioielli! Vedere, per credere, questo felicissimo film fra la commedia e il pathos che Kenneth Branagh, per la prima volta restando solo dietro alla macchina da presa, ha realizzato in un tranquillo bianco e nero dopo le fatiche impervie di Frankenstein.
    (Il Tempo, Gian Luigi Rondi 4/10/95)

    Leggero e iridescente come una bolla di sapone, intelligente e coinvolgente, Nel bel mezzo di un gelido inverno  il sesto film di Branagh e il primo al quale il regista non partecipi anche come attore. Dopo il Frankenstein miliardario con De Niro, questa  una produzione a basso costo, realizzata per di pi in un inconsueto bianco e nero. Ed  un vecchio progetto che Branagh ha perfezionato studiando le proprie ossessioni di attore-regista e quelle dei colleghi. C' molta autobiografia, qualche venatura malinconica ma anche molto ottimismo sul potere taumaturgico della professione.
    (Il Secolo XIX, Fausto Serra, 4/10/95)