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In un pamphlet
pubblicato nel 1982, il professor Paolo Bertetto definiva
il cinema italiano degli anni Settanta, senza mezzi
termini, "il più brutto del mondo". Dal
Festival di Pesaro, dove ha partecipato in qualità di
ospite per la Retrospettiva dedicata proprio al cinema di
quegli anni, Dario Argento ha oggi rincarato la dose,
lanciando strali sugli autori dellepoca, rei di
fare un cinema che "non rifletteva la realtà".
Ma il cinema italiano degli anni Settanta è proprio da
buttare? Cera davvero - come scriveva Bertetto -
uno "sconcertante scadimento qualitativo della
nostra produzione cinematografica", una
"mancanza di inventiva" e una insistente
"ripetitività"?
Se scorriamo la lista dei film prodotti in Italia nel
decennio in questione troveremo molti titoli dei quali ci
siamo completamente dimenticati, e anche tanto cinema
commerciale di bassissima lega. Ma troviamo anche tanti
capolavori, come "Lalbero degli zoccoli"
di Ermanno Olmi, "Todo Modo" di Elio
Petri, "Il conformista" di Bernardo
Bertolucci , "Cadaveri eccellenti" di
Francesco Rosi. E non dimentichiamo che in quegli anni
facevano il loro esordio Gianni Amelio e Nanni Moretti,
per citare solo due autori che hanno continuato ad
esprimersi ad alti livelli di creatività. Se il cinema
italiano degli anni Settanta - quello dAutore,
sintende - può risultare talvolta oggi troppo
permeato di ideologia, snobistico, incomprensibile, ciò
fu anche il risultato di un eccesso di contrapposizione
rispetto ad un cinema commerciale che in quegli anni
toccava le punte più basse mai registrate, trovando
collusioni anche con quegli Autori che tanto avevano dato
al cinema nel decennio precedente, da Dino Risi a Steno.
Val la pena, dunque, ripensare al cinema del periodo,
ciò che abbiamo cercato di fare con un programma
coorganizzato con il Centro Sperimentale di
Cinematografia - Cineteca Nazionale contenente una
selezione della rassegna sul cinema degli anni 70
realizzata dalla 33° Mostra Internazionale del Nuovo
Cinema di Pesaro. Per riscoprire gioielli dimenticati
come il "Don Giovanni" di Carmelo
Bene. O scoprire che il primo "Fantozzi"
di Luciano Salce è un vero capolavoro di comicità (un
tempo andavamo a vederlo di nascosto, come ad altri era
accaduto con Totò). Ricordando magari anche che
"Lalbero degli zoccoli" è stato
lultimo film italiano premiato con la Palma
dOro al Festival di Cannes. Nel 1978. |