FREAKS
i Mostri di Antonello Matarazzo in una Personale.
Dal 24 luglio.
Un nuovo ciclo di opere pittoriche di Antonello Matarazzo è sempre un curioso contributo per i seguaci dellarte contemporanea più giovane.
Il lavoro di Matarazzo parte da una dissacrazione dei pretesi e nobili sentimenti dellesercizio artigianale della cromia e i falsi valori che servono a coprire gli egoismi e i privilegi di unimmagine ammaliante e fascinosa. Proprio nellattuale esperimento denominato "Freaks", lartista campano tenta di denunciare la disonestà o la viltà di quelli che, preposti a controllare e a sorvegliare, colludono o fingono di non vedere per quieto vivere.
Sembra quasi che Antonello Matarazzo, rendendosi partecipe dellesperienza che sta registrando, voglia anticipare lattenzione per lespansione psicologica dellimmagine del monstrum.
Il film Freaks di Tod Browning del 1932 con Olga Baclavova, Wallace Ford e Roscoe Ates diventa un classico dellorrore nonostante fosse stato ritirato quasi subito dopo la prima per volere del boss della MGM che lo giudicò inadatto per gli spettatori deboli di stomaco di allora.
Il regista americano usò veri nani e veri mostri fra cui due gemelli siamesi.
La horror story Freaks è stata considerata il capolavoro di Browning.
Protagonista è la bella di un circo, unacrobata, che acconsente a sposare un nano. I nani sin dallantica simbologia sono degli esseri che accompagnano le fate, i nani sono legati alle grotte, alle caverne nei fianchi delle montagne, essi personificano le manifestazioni incontrollate dellinconscio, perché si permettono dei gesti inconsueti presso i re.
Nel film di Browning il nano ha funzione di oggetto sacrificale e quindi viene avvelenato dalla donna che tenta di ammazzarlo per potersi godere leredità con luomo forzuto della compagnia ( il cubano Ercole). Gli altri Freaks, nani, se ne accorgono e le rovinano la festa, riuscendo a storpiarla affinché anchessa diventi come loro.
Antonello Matarazzo con la tecnica indicata riporta su una tela dal colore della carta ingiallita alcune immagini del film: Peter Robinson, conosciuto anche come luomo scheletro; Violet e Daisy Hilton, le cosiddette gemelle unite che a noi sono arrivate con una bellissima ricostruzione fotografica dellepoca.
Inoltre Matarazzo spinto dallinteresse per una documentazione dei Freaks, riporta poi nel suo lavoro altri personaggi che non fanno parte del film di Browning, ma possono rivelarsi come una sottile continuazione e possono anche essere la variante più radicale del lavoro cominciato con i personaggi di Calitri.
Sin dai suoi primi lavori Matarazzo ha sempre subito unattrazione per oggetti animati ed inanimati che rappresentavano una particolare propensione al deformato e là dove essi non lo erano lartista si è fatto avanti con il suo segno e con i suoi oggetti per spingere la deformazione, leffetto speculare, il processo anamorfico.
Con i Freaks questa tendenza viene dichiarata anche come analisi delle storie, come attenzione alle alterazioni umane e biologiche. Infatti Freaks originariamente significa mostri e questa stessa parola dal latino non significa niente di orrendo ma semplicemente: prodigio, fenomeno ovvero addirittura "qualcosa che mostra la volontà degli dei".
Nel caso di Matarazzo i Freaks assumono una visione un po più astratta e più vicina a Browning. Essi rappresentano le regioni sotterranee, le cavità, gli antri oscuri che son stipati dentro al nostro inconscio e lo sono ancora di più perché oggi con laiuto quasi torrenziale dellesplosione mass-mediologica la loro immagine è lo specchio schematico della nostra relazione conflittuale con il vivere quotidiano odierno.
I Freaks ci dicono che bisogna vincere la fisionomia draghesca che è dentro alle loro deformazioni fisiche, il loro volto spesso è una pianta spinosa, dentro di loro ci sembra che si disserbi ogni mostro, compresi noi stessi, quel Noi con cui dovremmo imparare a vivere, per scoprire una parte nascosta del Sé.
(testo liberamente tratto da :"Freaks. I Mostri di Matarazzo" di Gabriele Perretta)