MICHELE RHO

Image_118CAVALLIMichele Rho (1976) è nato a Milano. Si è diplomato in Regia presso la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Ha lavorato per alcuni anni nel teatro come attore e regista. Quindi ha cominciato a lavorare per il cinema. Nel 2002 è regista e sceneggiatore di “Milan”, un breve documentario.

E’ del 2004 la sua esperienza di regista e sceneggiatore di “Post-it” cortometraggio prodotto da Gianluca Arcopinto, selezionato per il N.I.C.E, New Italian Cinema Events. Nel 2004 vince una Menzione Speciale della Giuria e il Premio Migliore Montaggio al Festival di Arcipelago. Del 2008 è il cortometraggio “Veglia”. Ha collaborato con SKY. “Cavalli” è il suo primo lungometraggio.

NOTE DI REGIA “Quando ho letto per la prima volta il racconto “Cavalli” ho provato una piacevole sensazione di déjà vu, come se nella mia testa questa storia esistesse già, come se l’avessi vissuta in prima persona. “Cavalli “ ha il sapore di quelle storie che ti raccontano da piccolo. Storie che ti rimangono dentro anni per poi essere raccontate di nuovo.

Questo film parla di qualcosa di ancestrale e di animalesco: è la storia di un amore fraterno, forte, violento, viscerale e indispensabile. Parla di un amore per chi c’è e per chi non esiste più. È la storia di un’amicizia che non finirà mai. È la storia di una crescita. Del camminare insieme condividendo la stessa strada per poi dividersi. La realizzazione di “Cavalli” è stato un ‘viaggio’ difficoltoso. Una montagna difficile da scalare. Per quanto il percorso fosse chiaro fin dall’inizio e il punto di arrivo forte nella mia testa spesso mi sono trovato in balia dei capricci della Natura: maltempo, animali inquieti, infortuni e quant’altro. Fu chiaro fin da subito che per arrivare in cima alla vetta avrei dovuto essere pronto a stravolgere i miei piani, a cambiare sentiero scoprendone dei nuovi più tortuosi e accidentati. Infatti per quanto mi ostinassi a voler “domare” il film e a portarlo dove volevo io questo mi sfuggiva dalle mani, mi si rivoltava contro conducendomi altrove. Lui non si sarebbe semplicemente piegato al mio volere.

Dunque ho deciso di assecondarlo dolcemente trovando un punto d’incontro e sfruttando tutti gli imprevisti che quotidianamente mi si prospettavano. Solo così sono riuscito ad arrivare in cima, passando per luoghi che mai mi sarei immaginato. E come tutti i viaggi quando arrivi a destinazione ti guardi indietro e ti scopri cambiato, diverso. Non sei più la stessa persona che eri prima di partire. Ti chiedi come hai fatto a fare tutta quella strada. I miei compagni di viaggio sono stati fondamentali in questo percorso e meriterebbero di essere ringraziati uno ad uno. Ora che “Cavalli” è finito lo guardo e ne sono orgoglioso perché in esso ritrovo forte l’idea del film che volevo fare.”