MARIANO LAMBERTI

MARIANO LAMBERTI

LOCANDINA_GAYLaureato in Filosofia all’Università Orientale di Napoli, si è poi diplomato nel 1992 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel 1996 presso la New York Film Academy.

Nel 1997 ha realizzato in collaborazione con Roberta Calandra il documentario “Una storia d’amore in quattro capitoli e mezzo” sulla vita dello scrittore ebreo Brett Shapiro, che ha vinto il Premio Libero Bizzarri Sezione Storia ed è stato distribuito dal quotidiano L’ Unità.

Del 1998 è il suo primo lungometraggio “Non con un bang” che viene presentato alla 56ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella sezione Nuovi Territori e distribuito nel 2001 dalla Thule Film.

Il film ha ricevuto una nomination per l’International Fantasy Film Award al Festival Internazionale del Cinema di Porto del 2000. Nel 2007 ha curato la regia della serie TV “Colpi di sole” andata in onda su Rai Tre. Ha poi collaborato con Paolo Sorrentino, Pietro Marcello e Guido Lombardi e altri autori per la realizzazione del film “Napoli 24″, film collettivo prodotto da Nicola Giuliano, Angelo Curti e Giorgio Magliulo.

“Good As You” è una commedia sulla comunità gay raccontata finalmente senza drammi o pietismi. Uno spaccato allegro, autoironico e divertito (a volte provocatoriamente onesto) su vizi e virtù della comunità stessa che, come tutte le minoranze vissute nell’oblio o, nel caso omosessuale, nella vergogna, spesso cerca di arrivare al grande pubblico con un gancio vittimistico (come a dire: “guardate che dramma silenzioso è la nostra esistenza“) o idealizzante (i gay sono tutti buoni, anzi migliori degli altri, come se solo questo potesse “riscattarli dalla loro condizione”). L’intento di “Good as You” è stato invece quello di andare in una direzione diametralmente opposta.

Una scelta precisa, pur nella consapevolezza che un registro di questo tipo (non macchiettistico, né rassicurante) raramente si è visto nel nostro cinema. “Good As You” è il mondo gay presentato senza facili condiscendenze, senza finti pudori (ma neanche morbose curiosità), dove al giudizio si sostituisce un osservare empatico ma allo stesso tempo oggettivo.

È uno sguardo non “sul” mondo gay ma “dal” mondo gay, un qualcosa di veramente inedito per il nostro paese, destinato a far parlare di sé e forse anche a f